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Carnaroli con kumquats e fiocchetti di lardo d’Arnad

Questo risotto è particolare, un po’ dolce, un po’ salato. Il nostro Carnaroli è parte integrante di una ricetta nata così, per sperimentare, semplice da replicare e darà molte soddisfazioni a chi avrà la fortuna di assagiarlo.

Ben mantecato e profumato con una spolverizzata di pepe, trova la nota croccante nelle nocciole spezzate e leggermente tostate.

360 g Carnaroli di Baraggia

1,5 lt brodo vegetale

1 cipolla bionda affettata sottilmente

burro qb

sale&pepe

lardo d’Arnad

nocciole tostate

kumquats canditi

Prima i tutto: I kumquats, mandarin cinesi, si possono acquistare già canditi, oppure, candire in casa, senza troppo impegno.

I mandarini vanno ben lavati, bucherellati e lasciati una notte in ammollo in acqua fredda, poi si procede a tagliarli a metà per eliminare i semini, si mettono in pentola ricoperti con zucchero di canna e si lasciano cuocere a fiamma moderata finchè lo zucchero diventerà sciroppo. Poi vanno invasati e conservati in frigorifero.

A piacere, si può aggiungere anche del buon rum allo sciroppo, lasciandolo poi evaporare.

Per il risotto:

far sciogliere una noce di burro con una presa di sale e pepe, aggiungere la cipolla e portarla a rosolatura leggera, poi versare il riso, farlo tostare e, quando diventa traslucido, iniziare a versare il brodo bollente. Questo riso non prevede a sfumatura con il vino.

Portare a cottura, regolare di sale e pepe, poi mantecare con burro, un cucchiaio di sciroppo agrumato e qualche fiocchetto di lardo, poco, basta solo ad insaporire.

Impiattare unendo i kumquats, fiocchetti di lardo sottili, che si scioglieranno rapiadmente, sprigionando intenso profumo, le nocciole tostate e, qualche goccia dello sciroppo dei konquats.

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Carnaroli di Baraggia, con salsiccia mantovana e mirtilli rossi

Questo è un piatto dalle molteplici sfumature. La sapidità della salsiccia mantovana, incontra la dolcezza della composta di mirtilli rossi (la classica cranberry sauce che va di moda oltre mare).

Prima di tutto, preparate i mirtilli, anche qualche giorno prima:

350 g cranberry (mirtilli rossi) freschi
100 ml sciroppo d’acero (o 100 g zucchero di canna)
300 ml spremuta di arancia o mandarino
3-4 chiodi di garofano
1 presa di cannella in polvere
2 anice stellato
La scorzetta dell’arancia (o del mandarino), grattugiata prima di spremerla

Sciacquate i mirtilli sotto acqua corrente fredda, eliminando gli eventuali frutti danneggiati.
In una casseruola piuttosto grande, scaldate a fiamma bassa lo sciroppo d’acero con la cannella, i chiodi di garofano e l’anice stellato. Lasciate scaldare per qualche minuto, mescolando ogni tanto in modo che e spezie sprigionino il loro profumo, poi versate i mirtilli, mescolate e lasciate insaporire per altri 3-4 minuti. Versate il succo d’arancia e portate ad ebollizione a fuoco medio-alto. Quando la salsa raggiungerà il bollore, abbassate la fiamma e lasciate cuocere a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto, fino a quando saranno rotti e trasformati in una composta. Ci vorranno 15/20 min.
Togliete la salsa di dal fuoco e aggiungete la scorza d’arancia. Mescolate ed eliminate l’anice stellato e i chiodi di garofano, poi trasferiste la composta in un vaso con chiusura ermetica, lasciate raffreddare e conservate in frigorifero.

Per il risotto:

360 g riso carnaroli

250 g salsiccia mantovana (o anche pasta di salamella mantovana)

1,5 lt brodo di carne (manzo)

1 cipolla bionda

1 bicchiere di vino bianco secco

burro o olio qb

sale&pepe

erbe aromatiche o germogli

Mondate, lavate e tagliate la cipolla finemente, mettetela poi in casseruola con un giro di olio o un tocchetto di burro e portare a rosolatura. Unite la salsiccia sbriciolata a mano e, quando prenderà colore,  il riso, poi fatelo tostare. Sfumate con il vino e, una volta evaporato, procedete come di regola, aggiungendo poco brodo per volta, sino a cottura completa.

Togliete dal fuoco e mantecate con una generosa dose di burro, poi impiattate guarnendo con la composta di mirtilli e qualche fogliolina di timo fresco.

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ris e erburin – con carnaroli integrale

E’ ora di pranzo e brrr….. fa freddo; sopra di noi in questo momento il cielo è plumbeo e, fa venire voglia di un piatto caldo e nutriente. Niente di sofisticato, ma una vecchia minestra di riso della nonna, che a Milano si chiama “ris e erburin”, ovvero, riso e prezzemolo.

Un piatto straordinariamente “povero”, ma ricco di sapore, appagante e riscaldante.

In una versione 2022, è stato arricchito da sfilacci di carne equina, una vera bontà lievemente affumicata, che trasforma l’antica pietanza, in un piatto unico.

La ricetta è semplicissima e non prevede dosi da pasticceria.

Per 4 persone servono circa 200/250 g di riso, noi abbiamo utilizzato il Carnaroli integrale, che ci mette un po’ più a cuocere, ma rende questo piatto sanissimo e ricco in fibre, poi è utile avere del buon brodo, anche se un tempo si faceva solo con acqua, ma il brodo di verdure è ottimo per dare quel profumo in più, volendo, anche quello di carne. Serve inoltre una grossa cipolla bionda o 3 scalogni e, naturalmente,  un grosso manzo di prezzemolo freschissimo. Se piace, a noi moltissimo, si può integrare con una manciata di verdure in foglia scottate e ridotte in crema (lattuga, erbette, spinaci…)

Fate tostare in una noce di burro – o un giro d’olio – la cipolla tritata finemente, lasciate che prenda colore, poi versate il riso. Fatelo tostare, come per un risotto, ma, anziché sfumare col vino, unite 1 lt di brodo bollente tutto in una volta, in modo che la cottura inizi immediatamente. Lasciate cuocere a fuoco medio per 40 minuti, se serve, aggiungete nuovamente brodo caldo. A questo punto, se volete, inserire il frullato di foglie verdi, oppure proseguite la cottura con ancora poco brodo extra. Nel frattempo tritate le foglie di prezzemolo finemente e, una volta spento il fuoco, aggiungetele al riso, insieme ad un buon giro di olio extravergine.

Quando impiantate, guarnite con gli sfilacci di carne e qualche scaglia di parmigiano reggiano o grana padano.

Da consumare ben calda.

E condividere con la famiglia e gli amici.

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Arancini o arancine?

Arancini o arancine?

Questa diatriba non troverà mai risposte convincenti, anche perchè dipende dalla collocazione geografica, dalla forma, dai ripieni e, persino l’Accademia della Crusca si è pronunciata stabilendo che non esiste una versione migliore dell’altra, entrambe (come dizione e idea) sono corrette, ma a noi che non siamo così fortemente territoriali, quel che realmente interessa è che siano delle grosse polpette di riso, che nascondono un morbido ripieno, fritte in maniera impeccabile e gustate caldissime.

Le versioni più note sono con il ragù di carne, ragù e piselli, besciamella e prosciutto, mozzarella, ma nessuno ci vieta di riempirle anche di verdure.

Ho trovato particolarmente buona questa versione con ricotta e spinaci. Una sorta di classico nel classico che ha il suo perchè.

500 grammi di riso Carnaroli o Arborio
1/2 bustina di zafferano
50 grammi di caciocavallo grattugiato
4 uova
olio extravergine di oliva
pangrattato
farina
sale
pepe

500 g spinaci

500 g ricotta freschissima

burro, sale pepe

parmigiano reggiano

Scottate gli spinaci mondati e lavati, in acqua salata bollente, poi trasferiteli in una casseruola con il burro sfrigolante, regolate di sale e pepe, infine, dopo averli fatti raffreddare qualche momento, lavorateli insieme alla ricotta in modo da ottenere un impasto omogeneo. Tenete in frigorifero sino al momento di utilizzarli.

Fate bollire il riso in brodo abbondante (anche vegetale se preferite) e scolatelo al dente. Condite, mentre è ancora caldo, con il caciocavallo, 1 uovo sbattuto e lo zafferano leggermente diluito (1/2 tazzina) con l’acqua calda di cottura. Mescolate e stendete su una teglia a raffreddare. Quando il riso sarà freddo, in una mano mettetene una bella cucchiaiata e pressatelo sul palmo così da formare una conca al centro. Riempire con un cucchiaio di spinaci. Coprite con altro riso e formate una palla oppure un cono. Ripetete questa operazione fino a terminare tutti gli ingredienti.
Inumidite le mani e passate gli arancini nella farina, poi nelle uova sbattute e infine nel pangrattato.
Scaldate l’olio e, una volta caldo, tuffate gli arancini lasciandoli dorare.
Scolateli su carta assorbente, poi serviteli, a piacere con una salsa di pomodori ciliegini e poco parmigiano grattugiato.

Alternativa: preparate un risotto allo zafferano classico e utilizzatelo come base.

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Carnaroli con i primi porcini della stagione

Quando arriva l’autunno e la stagione dei funghi, l’abbinamento con il riso è sempre un must. In questo caso abbiamo scelto un Carnaroli di Baraggia e, aggiunto una toma di capra.

Da fare subito!

360 g riso carnaroli

1,5 lt brodo vegetale (o di funghi)

2 scalogni

Vino bianco secco

Funghi porcini (o misti) a volontà!

Toma di capra

Burro

Olio

Sale&Pepe

Erbe aromatiche a piacere (dragoncello, prezzemolo, rosmarino)

Iniziate mondando i funghi, spazzolandoli delicatamente o strofinandoli con un panno umido in modo da eliminare i residui di terra, poi tagliateli a dadini fateli saltare in padella con olio, burro e l’aglio in camicia. Lasciate che perdano l’eventuale acqua a fiamma vivace, poi spegnete il fuoco e regolate di sale e pepe. Non dovete cuocerli completamente.

In una casseruola rosolate lo scalogno mondato e tritato finemente in un bel giro di olio,  quando avrà preso colore, unite il riso e tostatelo, sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco, lasciate evaporare, quindi unite il brodo, poco per volta, mescolando costantemente.

A metà cottura aggiungete i funghi ed il coro eventuale condimento, portate a termine la cottura utilizzando sempre il brodo bollente e mescolando ogni tanto.

Infine, lontano dal fuoco mantecate con una noce di burro e qualche tocchetto di toma di capra, il risotto deve essere all’onda. Impiattate , guarnite con qualche tocchetto di toma fresca, spolverizzate con aromatiche, pepe e castelmagno grattugiato.

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E-state con il Carnaroli integrale

In estate, le classiche insalate d riso, ma anche di pasta, riempiono le nostre tavole.

Ma perchè non provare un integrale: croccante, saporito, sano…..

Noi abbiamo voluto puntare sulla semplicità, sferzata da profumi decisi come lo zenzero, il limone e il basilico. Una ricetta semplice, si trasforma in un eccellente piatto unico.

Un opzione in più? Abbinare degli sgombri grigliati o sott’olio.

E-state con riso integrale
240 g riso carnaroli integrale
4 rametti di pomodorini ciliegia o pizzuttelli
Gocce di mozzarella
200 g fagiolini
1 mazzo di basilico (verde e violetto)
Olio extravergine
Sale, pepe
1 limone bio di sorrento (la scorzetta)
2 cm di zenzero fresco

Fate cuocere il riso, per il tempo indicato sulla confezione, in abbondante acqua salata.
Nel frattempo, senza staccarli dal proprio rametto, mettete i pomodori lavati e tamponati in una teglia unta di olio. Cospargete di sale e pepe (a piacere peperoncino) e fate cuocere in forno a 200° finchè appassiranno e diverranno arrostiti. In base al forno e alla dimensione dei pomodori, potrebbero volerci dai 40 ai 50 minuti.
A parte, mondate, lavate e sbollentate i fagiolini, poi scolateli, raffreddateli in una ciotola con del ghiaccio per mantenere croccantezza e colore, conditeli con un filo di olio e tenete da parte.
Quando tutte le cotture saranno pronte, staccate delicatamente i pomodori dal ramo e buttate quest’ultimo, ripassate il riso nel fondo di cottura dei pomodori, se serve, unite un poco di olio extravergine a filo. Regolate di sale e pepe, lo zenzero grattugiato, mescolate e lasciate freddare.
Potete conservare tutti gli ingredienti cotti in frigorifero e, comporre al momento i piatti.

Nel piatto metterete una parte di riso, qualche goccia di mozzarella, i fagiolini, un buon giro di olio e abbondante basilico. Terminate con la scorzetta del limone grattugiata all’ultimo istante.

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Asparagi time! E, Carnaroli di Baraggia

E’ arrivato quel momento dell’anno in cui, tutti i banchi del mercato e dei supermercati, si ricoprono di asparagi: dal bianco al rosa, dal violetto ai classici verdi e all’asparagina, così sottile e croccante. Potevamo non abbinarli e trasformarli in un grande risotto?

Noi abbiamo scelto di utilizzare due tipologie di asparago, a voi la scelta: in qualsiasi caso, con il meraviglioso Carnaroli, sarà un trionfo di profumo, sapore, bontà.

350 g riso Carnaroli di Baraggia

1 mazzo di asparagi verdi e uno bianco (o violetto)

2 scalogni tritati finemente

1 tazza di piselli freschissimi

brodo vegetale e acqua di asparagi 1,5 lt

1 bicchiere vino bianco aromatico

burro qb

Olio extravergine

sale, pepe

Grana padano grattugiato

Iniziate col mondare gli asparagi, togliete la parte legnosa, spelate il tronco, lavateli velocemente e fateli cuocere per qualche minuto nell’asparagera, in acqua salata, lasciando le punte fuori dall’acqua.

Una volta cotti, tenetele una parte intera, serviranno per accompagnamento e, tagliate le punte, eventualmente proseguite ancora qualche minuto nella bollitura dei tronchi che poi frullerete, con tutta l’acqua di cottura, filtrerete con un colino a maglie fine e unire al brodo vegetale. Questa sarà la parte liquida del Vostro risotto.

In una larga padella, fate rosolare gli scalogni con un buon. Giro di olio e un tocchetto di burro, quando prenderà colore, versate il riso e fatelo tostare. Una volta che sarà traslucido, versate il vino, lasciate evaporare a firma vivace e iniziate ad aggiungere poco brodo, bollente, per volta. Ci vorranno circa 18 minuti, poi, regolate di sale, pepe, assaggiate e, al riso al dente, aggiungete i piselli. Solo all’ultimo, così manterranno la naturale fragranza. Infine, unite le punte di asparagi che avete tenuto da parte.

Nel frattempo, fate rosolare gli asparagi interi in casseruola con una piccola noce di burro o un filo di olio.

Togliete il riso dal fuoco, mantecate con burro e una generosa dose di grana padano grattugiato, impiattate e aggiungete gli asparagi interi. Concludete con una spolverata di pepe, formaggio e un giro di olio extravergine dal sapore deciso.

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Carnaroli ai profumi del Sud

Questa è una ricetta interessante: un incontro fra il riso Piemontese e alcuni ingredienti che arrivano direttamente dalla Puglia.

Spiccano la burrata e il peperone crusco.

350 g riso Carnaroli di Baraggia
1 tazza di verdure per soffritto tritate (carote, sedano, cipolla)
brodo vegetale 1,5 lt
burro qb
sale, pepe

per guarnire
scalogno fritto, peperone crusco e cerfoglio essiccato

per accompagnare:
1 cucchiaino di burrata per persona
1 tazza di cimette di cavolfiore giallo o viola e broccolo (già cotti al vapore)

Iniziate mettendo un buon tocchetto di burro una casseruola, unite le verdure per il soffritto e fate rosolare, una volta preso colore, aggiungete il riso e mescolate rapidamente. Fate tostare sino a quando sarà traslucido, poi iniziate a bagnare, direttamente con il brodo bollente. Fate cuocere unendo il brodo quando il precedente sarà stato assorbito, portate a cottura infine, lontano dal fuoco, mantecate con una grossa noce di burro e due cucchiai di formaggio grattugiato.

Spolverizzate il riso con cerfoglio, mescolate e impiattate. Suddividete equamente su ogni piatto la burrata, le cimette dei cavoli, lo scalogno fritto. Terminate con una grattugiata di pepe e servite.

Lo scalogno fritto, si prepara in anticipo ed è possibile mantenerlo – asciutto – in frigorifero, dentro un contenitore a chiusura ermetica:
sbucciate un paio di scalogni e tagliateli finemente con una mandolina, portate a temperatura (150°) abbondante olio di soia e tuffatevi lo scalogno. Fate friggere sino a quando non sarà ben abbrustolito. Scolatelo e passatelo su carta assorbente. Tamponatelo bene, eventualmente salate e utilizzate su piatti a cui volete dare una sferzata di sapore.

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Pranzo di Pasqua con riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP

Un’insalata di riso con uova di quaglia e verdure fresche, ottima anche per il pic-nic di Pasquetta.

Il riso Carnaroli ha un’ottima tenuta di cottura e chicchi consistenti, dall’anima croccante, che restano ben staccati tra loro, mai appiccicosi. Nelle terre di Baraggia nasce l’unico riso DOP italiano, coltivato nella zona più a nord della penisola, dove le escursioni termiche e il clima più rigido conferiscono al riso caratteristiche particolari. Chicchi leggermente più piccoli rispetto allo standard della cultivar, produzioni un po’ inferiori, ma una maggiore consistenza che rende il riso di Baraggia un’eccellenza agroalimentare.

Per questa occasione abbiamo pensato di proporre un’insalata semplice gustosa, guarnita con verdure verdi di stagione e impreziosita dalle uova di quaglia, che ricordano la Pasqua per tradizione.

Ecco la ricetta dal blog Ricette e Racconti di Riso!

Insalata di riso Carnaroli con uova di quaglia e verdure fresche.

Ingredienti per 4 persone

  • 320 gr di riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP
  • 1 foglia di alloro
  • 1 rametto di finocchietto
  • 8 asparagi
  • 50 gr di piselli
  • 4 ciuffetti di songino
  • mirtilli neri e rossi essiccati
  • fiori di glicine
  • 12 uova di quaglia
  • olio extravergine di oliva
  • sale

Preparazione

Fate cuocere il riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP in abbondante acqua salata per 15 minuti con una foglia di alloro, quindi scolate e lasciate raffreddare. Fate lessare le uova di quaglia per 5 minuti, raffreddatele velocemente in acqua fredda e pelatele. Mondate gli asparagi, eliminate circa metà del gambo e, con l’aiuto di un pelapatate, rifinite la parte restante del gambo. Fate lessare gli asparagi in una pentola alta e stretta, cercando di tenere le punte fuori dall’acqua e tenendo il coperchio sulla pentola. Dopo 7 minuti, scolateli e fateli raffreddare, quindi tagliate ogni asparago a metà longitudinalmente. Impiattate il riso e aggiungete gli asparagi, il finocchietto, i piselli (crudi o se preferite leggermente scottati), le foglie di songino, i mirtilli essiccati e le uova di quaglia tagliate a metà. Decorate con dei fiori edibili di glicine, condite con un filo di olio extravergine di oliva, regolate di sale e servite.

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Risotto Carnaroli di Baraggia DOP al miele e pecorino, con tuorlo morbido e polvere di liquirizia

Un risotto che nasce dall’estro e dalla sensibilità femminile di Chiara Caprettini, scrittrice torinese innamorata della vita e del buon cibo, che ricerca con passione in giro per l’Europa.

Classe 1987, laureata in filologia germanica, si racconta così: “Il mondo della lingua, della letteratura e dei paesaggi del nord mi affascina incredibilmente, e in fondo mi sento un po’ valchiria un po’ vichinga”. Non a caso il suo primo libro s’intitola La scienza dell’ospitalità tra le saghe islandesi e gli home restaurant, Edizioni Cartman, seguito dal neo-edito Pane, burro e hygge – Impressioni di spirito nordico.

L’amore per il Riso di Baraggia DOP è arrivato di conseguenza: il riso coltivato alle latitudini più Settentrionali d’Italia e anche del mondo, se escludiamo la piccola nicchia coltivata al confine con la Svizzera. Della Baraggia ha apprezzato le faticose terre che lasciano intravedere scorci autentici e meravigliosi, la consistenza dei chicchi di riso e la qualità di chi sa lavorare questo prodotto d’eccellenza con la massima cura e qualità.

Ecco il risotto che Chiara ha pubblicato sul suo blog, Nord Food Ovest Est, preparato con riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP.

Risotto Carnaroli di Baraggia DOP al miele e pecorino, con tuorlo morbido e polvere di liquirizia.

Ingredienti per 2 persone

  • 180 g di riso Carnaroli di Baraggia Biellese e Vercellese DOP
  • 80 g di Pecorino Romano DOP
  • 3 cucchiaini di miele di pino
  • 1/2 bicchiere di vino bianco
  • 1 cipolla bianca piccola
  • 2 uova
  • 2 cucchiaini rasi di liquirizia in polvere
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe q.b.
  • brodo di verdura
  • petali di fiori eduli per decorare.

Preparazione

In una padella insaporite la cipolla tagliata finemente in un cucchiaio di olio, sale e pepe e due cucchiaini di miele. Aggiungete il riso e tostatelo per un minuto. Sfumate con il vino bianco, aggiungete il brodo e procedete nella normale cottura del risotto (circa 16-18 minuti). Due minuti prima di togliere il risotto dal fuoco, aggiungete il pecorino grattugiato, un pizzico di pepe, ancora un cucchiaino di miele e mantecate accuratamente. Nel frattempo, cuocete le uova in acqua bollente per due minuti e mezzo. Fatele raffreddare sotto acqua tiepida. Sgusciateli facendo attenzione a non rompere il tuorlo. Trasferite il risotto nei piatti, rompete il tuorlo accuratamente sopra ogni piatto e finite con una spolverata di liquirizia e qualche petalo di fiore

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